Disfagia e funzionalità deglutitoria
DEFINIZIONE
DEFINIZIONE
Con il termine disfagia si definisce un’alterazione del meccanismo che permette la deglutizione, ossia l’abilità di convogliare sostanze liquide, solide, gassose o miste dalla bocca verso l’esofago.
La deglutizione è un processo “complesso” che coinvolge ben 55 muscoli: IMPARIAMO A CONOSCERLA!
La deglutizione, in condizioni normali, si articola in 4 fasi:
1) FASE ORALE: comprende tutte le modificazioni di consistenza, viscosità, temperatura e dimensioni del cibo introdotto in bocca;
2) FASE PROPULSIVA ORALE: inizia quando la lingua spinge il cibo (BOLO) verso la parte posteriore della bocca (FARINGE);
3) FASE FARINGEA: e’ la fase “cruciale”,durante questa fase infatti il bolo transita nel quadrivio faringeo (incrocio della via respiratoria e deglutitoria); il passaggio ha una durata di circa 1” e comprende una seria di eventi finalizzati alla protezione delle vie aeree (chiusura della valvola velofaringea, peristalsi faringea, inalzamento della laringe con chiusura della glottide e rilasciamento dello sfintere superiore),
4) FASE ESOFAGEA:il bolo, giunto nell’esofago, viene spinto verso lo stomaco.
Nel corso della nostra vita mediamente deglutiamo saliva, cibo, bevande più di 1000 volte al giorno!
L’atto di deglutire è quindi parte integrante della nostra quotidianità e nel caso in cui si manifestino difficoltà durante tale processo, esse possono avere un’importante impatto sulla salute nonché sulla qualità di vita.
COME CAPIRE SE SUSSISTONO PROBLEMI DI DISFAGIA
COME CAPIRE SE SUSSISTONO PROBLEMI DI DISFAGIA
L’ insorgenza di disturbi legati alla deglutizione non sempre risulta facile da riconoscere e diagnosticare.
In alcuni casi la difficoltà è evidente ,ma più frequentemente può manifestarsi con sintomi aspecifici ed avere manifestazioni sia di tipo fisico che comportamentale.
Tra le MANIFESTAZIONI FISICHE è necessario prestare attenzione a:
- TOSSE/STARNUTI durante/dopo la deglutizione di saliva o all’assunzione dei pasti.
- SCARSO CONTROLLO DELLE SECREZIONI ORALI (perdita di saliva o cibo dalla bocca).
- SENSAZIONE DI SOFFOCAMENTO O DI “CORPO ESTRANEO” in gola durante/dopo l’atto deglutitorio.
- ECCESSIVA SALIVAZIONE.
- DEGLUTIZIONI MULTIPLE per uno stesso bolo.
- VOCE UMIDA /GORGOGLIANTE / ROCA dopo un atto deglutitorio.
- Necessità di SCHIARIRSI LA VOCE mentre si mangia o si beve.
- RIGURGITI ORALI O NASALI.
- SENSAZIONE DOLOROSA durante la deglutizione (ODINOFAGIA) o di BRUCIORE RETROSTERNALE (PIROSI).
- RIALZO FEBBRILE modesto e costante nelle ore pomeridiane.
Tra le MANIFESTAZIONI COMPORTAMENTALI meritano attenzione:
- Graduale o improvviso CAMBIAMENTO DELLE ABITUDINI ALIMENTARI ( la persona evita cibi o bevande dapprima assunti senza difficoltà).
- Comparsa di LENTEZZA O AFFATICAMENTO durante i pasti.
- TENDENZA ALL’ ISOLAMENTO durante i pasti.
Le persone che accusano problemi di disfagia sovente arrivano a mangiare e/o bere accompagnati da uno stato emotivo di ansia o paura.
Tutto questo può portare a stati di:
- MALNUTRIZIONE
- DISIDRATAZIONE
- RIPERCUSSIONI SULLO STATO EMOTIVO
- DISTURBI RESPIRATORI DALLE INFEZIONI DELLE VIE AEREE SUPERIORI SINO ALLA POLMONITE AB INGESTIS (DA ASPIRAZIONE).
PRINCIPALI CAUSE DI DISFAGIA
PRINCIPALI CAUSE DI DISFAGIA
Le cause di disfagia possono essere molteplici, tra le principali si annoverano:
- SENILITA’: negli anziani si ha una progressiva alterazione della funzionalità nervosa e muscolare
- DEMENZE
- MALATTIE NEUROMUSCOLARI e NEURODEGENERATIVE (Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica….)
- ICTUS (ischemico o emorragico)
- TRAUMI CRANICI
- TUMORI, RADIOTERAPIA nella zona testa-collo
- PATOLOGIE INFIAMMATORIE o ESITI CHIRURGICI delle strutture interessate alla deglutizione
- REFLUSSO GESTRICO CRONICI
- PARALISI CEREBRALI INFANTILI O DIFFICOLTA’ INABILITANTI DELLO SVILUPPO.
INTERDISCIPLINARITA’
INTERDISCIPLINARITA’
Il trattamento dei disturbi della deglutizione necessita di un approccio multi e interdisciplinare, un assessment (valutazione) differenziato e un trattamento deglutologico riabilitativo adeguato alla specifica situazione.
LA DIETA PERSONALIZZATA
LA DIETA PERSONALIZZATA
NON tutti i cibi hanno caratteristiche adatte a chi soffre di disfagia.
La diversità di CONSISTENZA è il fattore principale da prendere in considerazione per un’alimentazione semplice e priva di rischi.
In linea generale ,una consistenza morbida e omogenea, che non aderisca al palato, è la più frequentemente indicata.
Tra cibi solidi e/o liquidi esistono però diverse consistenze intermedie e solo il personale sanitario specializzato può fornire indicazioni precise da seguire in base al livello di disfagia individuato (cibi o bevande di consistenza inadeguata rischierebbero di compromettere anche il piacere del pasto trasformandolo in un momento di ansia con conseguente rischio di malnutrizione / disidratazione).
All’oggi sono stati fatti notevoli progressi e grazie alla disponibilità e utilizzo di specifici adattivi è facile ottenere consistenze ideali.
I MODIFICATORI DI CONSISTENZA con cui è possibile rendere più adatti alla deglutizione ALIMENTI e BEVANDE si distinguono in:
- DILUENTI (diminuiscono la consistenza dei cibi troppo densi) – BRODI – SUCCHI DI FRUTTA O VERDURA – LATTE
- LUBRIFICANTI (grazie alla loro consistenza e viscosità rendono il cibo più scivoloso e facile da deglutire)
-OLIO
-BURRO
-SALSE (maionese o besciamella…..)
- ADDENSANTI (sostanze che addensano velocemente i cibi durante la cottura)
-FECOLA DI PATATE
-FARINE DI CEREALI (amido di mais, tapioca, avena)
-GELATINE da sciogliere nei cibi a caldo o a freddo
In commercio sono inoltre presenti ADDENSANTI ISTANTANEI IN POLVERE con cui personalizzare la consistenza / viscosità degli alimenti liquidi/semiliquidi o delle bevande; Il vantaggio del loro utilizzo è quello di non modificare gusto e colore degli alimenti, di mantenere nel tempo la consistenza desiderata, nonché di poter congelare bevande e alimenti così ottenuti.
E’ da porre l’attenzione anche rispetto alla TEMPERATURA dei cibi (sono da preferirsi cibi PIU’ CALDI o PIU’ FREDDI rispetto alla temperatura corporea), alla PRESENTAZIONE delle portate in modo da renderle INVOGLIANTI, nonché ai SAPORI che siano BEN RICONOSCIBILI, PIACEVOLI E APPETITOSI.
COSA EVITARE
COSA EVITARE
- CIBI SECCHI, FRIABILI, CROCCANTI: crakers, fette biscottate, grissini, zwieback, pasta frolla, frutta secca
- FRUTTA CON BUCCIA E/O CON SEMINI
- CARNE E PESCE FIBROSI
- VERDURE CRUDE O COTTE FILAMENTOSE
- ALIMENTI IN PICCOLI PEZZI (riso, mais…)
- CIBI A DOPPIA CONSISTENZA (minestre, pastine in brodo, fette biscottate intinte nel caffèlatte…)
- ASSUMERE PASTIGLIE INTERE (chiedere al medico la possibilità di un farmaco equivalente in sciroppo o in gocce o tritarle laddove possibile)
COMPORTAMENTI / ATTENZIONI CHE FACILITANO L’ALIMENTAZIONE DEL PAZIENTE DISFAGICO
COMPORTAMENTI / ATTENZIONI CHE FACILITANO L’ALIMENTAZIONE DEL PAZIENTE DISFAGICO
- MANGIARE SEDUTO CON UNA CORRETTA POSTURA: tronco eretto (80°/90°),braccia e pianta dei piedi ben appoggiati, testa leggermente flessa in avanti (o nella posizione indicata dall’operatore sanitario),cercando di mantenere rilassate collo e spalle.
- Se portatori di PROTESI DENTARIE assicurarsi del loro CORRETTO POSIZIONAMENTO (una corretta igiene della bocca stimola la produzione di saliva e migliora la capacità gustativa).
- Ricercare durante il pasto un AMBIENTE TRANQUILLO, BEN ILLUMINATO, SENZA FONTI DI DISTRAZIONE.
- La TAVOLA deve essere apparecchiata in modo che il necessario sia VISIBILE E BEN RAGGIUNGIBILE.
- UTILIZZARE AL MASSIMO LE PROPRIE ABILITA’ ricercando il minor aiuto possibile da parte delle persone vicine (in commercio esistono numerosi ausili specificatamente studiati per favorire le autonomie di persone con difficoltà motorie).
- NON PARLARE DURANTE IL PASTO.
- PROCEDERE ad un’alimentazione senza fretta RISPETTANDO I PROPRI TEMPI (consumare i cibi a piccoli bocconi, non introdurre in bocca un nuovo boccone se il precedente non è stato completamente deglutito ed assicurarsi che non vi siano ristagni).
- EVITARE DI AIUTARSI BEVENDO LIQUIDI PER DEGLUTIRE I SOLIDI.
- ESEGUIRE COLPI DI TOSSE VOLONTARIA AD INTERVALLI REGOLARI, allo scopo di liberare le vie aeree superiori dalla presenza di eventuali residui alimentari o ESEGUIRE DELLE DEGLUTIZIONI “A VUOTO”!… l’alimentazione potrà riprendere solo dopo completa pulizia.
- IN CASO DI TOSSE RIFLESSA…TOSSIRE ED ATTENDERE LA RIPRESA DELLA CORRETTA RESPIRAZIONE.
AL TERMINE DEL PASTO…
AL TERMINE DEL PASTO…
- MANTENERE LA POSIZIONE SEDUTA (anche 15/20 minuti).
- CONTROLLARE LA PRESENZA DI EVENTUALI RESIDUI.
- GARANTIRE UNA COSTANTE E ACCURATA IGIENE DEL CAVO ORALE: quest’ultima è sicuramente importante a tutte le età ma in persone con disturbi della deglutizione, la cura di denti, protesi dentarie, lingua e palato rappresenta una parte importante nella gestioni del rischio di infezioni.
ATTENZIONE!
ATTENZIONE!
MANGIARE quando sussistono problemi di disfagia può risultare FATICOSO!
CONSIGLIABILE frazionare i pasti quotidiani in almeno 3 PASTI e 2 SPUNTINI.
LINEE GUIDA PER TUTTI: LA PIRAMIDE ALIMENTARE
LINEE GUIDA PER TUTTI: LA PIRAMIDE ALIMENTARE
CONCLUSIONI
CONCLUSIONI
- A PARTIRE DAI 65 ANNI, ESISTE LA PROBABILITA’ DI DISFAGIA.
- SEGNALARE prontamente eventuali sospetti o difficoltà deglutitorie al proprio medico o a personale sanitario competente.
- PRECOCE RICONOSCIMENTO delle persone a rischio di DISFAGIA e MALNUTRIZIONE attraverso metodiche di SCREENING.
- Implementazione della strategia “RIABILITAZIONE-NUTRIZIONE” come strumento per migliorare la funzionalità e l’outcome dei pazienti fragili a rischio di disfagia sarcopenica e di sarcopenia secondaria.
- APPROCCIO MULTIDIMENSIONALE e definizione di piani d’ intervento strutturali inclusi: aumento del livello di attività fisica, allenamento della forza e dell ‘equilibrio, rafforzamento delle attività sociali, gestione delle patologie croniche, ottimizzazione della dieta.
“NON SI PUO PENSARE BENE, AMARE BENE,
DORMIRE BENE,
SE NON SI HA MANGIATO BENE”
Virginia Woolf