Riflessioni sulla corsa
Infortuni e stretching
La corsa è un’attività fisica ad alto impatto… praticamente cosa significa?
Quando corriamo sostanzialmente compiamo una serie continua di salti in avanti che sottopone il nostro corpo, nello specifico l’arto in avanzamento, a dover subire e immagazzinare l’energia derivante dall’impatto con il suolo. Questa energia viene difatti gestita dalle nostre articolazioni e tessuti molli (tendini, muscoli, legamenti…).
Da qui nascono una serie di questioni riguardanti le caratteristiche di questo carico e cioè: Quanto carico può sopportare il mio corpo e per quanto tempo? Come meccanicamente e fisiologicamente il mio corpo gestisce il carico?
È immediato quindi pensare alle conseguenze che l’impatto ripetuto può causare al nostro corpo, ovvero la possibilità di infortunarsi.
Le principali cause di infortunio nei runners riguardano appunto un’errata gestione del carico durante il periodo di allenamento e colpiscono chiaramente gli arti inferiori.
Di seguito le problematiche più comuni:
- Dolore patello-femorale
- Tendinopatia achillea
- Sindrome da stress tibiale mediale (shin splint)
- Sindrome della bandelletta iliotibiale
- Fratture da stress del piatto tibiale
Una volta accertato l’infortunio, di qualsiasi tipo si tratti, segue un periodo più o meno lungo di inattività o comunque in cui spesso bisogna dimenticare i progressi fatti fino a quel momento.
Come posso dunque gestire il mio allenamento e i famosi carichi di cui parliamo per evitare che questo accada?
Partiamo da un tema noto a tutti… lo stretching!
Le nuove evidenze scientifiche dimostrano che lo stretching passivo, eseguito nella classica modalità con serie da 30″-60″ restando fermi in una determinata posizione, non sia efficace come strumento per il riscaldamento, al contrario potrebbe risultare utile qualche esercizio di mobilità attiva.
Per quanto riguarda i DOMS, cioè i dolori muscolari post allenamento, un’altra volta la scienza sfata quello che fino a pochi anni fa sembrava una certezza. Anche in questo caso lo stretching risulta inefficace per alleviare i dolori.
Ai fini di migliorare la performance lo stretching statico potrebbe addirittura ridurre la forza e l’esplosività.
L’unico punto su cui tutti sono concordi è l’utilità dello stretching per migliorare la mobilità.
È quindi evidente che lo stretching non sia uno strumento direttamente utile per prevenire gli infortuni, tuttavia resta un valido aiuto per migliorare la mobilità e quindi per portarci ad avere una gestualità funzionale.
Al fine di ottenere miglioramenti in questo senso potrebbe essere utile inserire nel piano di allenamento delle sedute specifiche di mobilità attiva, lontano dalle sedute forze.
Reference:
Running myth: static stretching reduces injury risk in runners.
James L N Alexander, Christian J Barton, Richard W Willy. bjsports-2019-101169 on 6 November 2019.